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Suicida per lo sfratto, sindaco di Cairo: “Non venne da noi”

Cairo Montenotte (Savona) – “Non venne da noi per chiedere aiuto. Aveva casa a Uscio, e non cercava lavoro”. Queste le parole del sindaco del paese dela Valbormida dove Giorgio Troili si è tolto la vita gettandosi dalla finestra di casa. Un suicidio motivato dallo sfratto, ma la vicenda – al di là del dramma umano e sociale – sta assumendo anche i toni della polemica.
Intanto è stato sospeso, o meglio rinviato di un mese, lo sfratto intimato alla famiglia Troili-Barabino, deciso dal giudice Fadda che avrebbe dovuto essere eseguito domani. E' stata la proprietaria dell'alloggio, una collaboratrice dello zio dell'uomo che si è tolto la vita, a richiedere la sospensiva. Dunque la famiglia di Giorgio Troili, la madre e il fratello Roberto potranno, se lo vorranno, restare in quell'appartamento ancora un mese.
Probabilmente si trasferiranno a Uscio, nel Genovese, dove Giorgio Troili era il proprietario di un appartamento. Intanto emergono altri particolari nella vicenda scoppiata ieri mattina a Cairo. L'uomo che si è tolto la vita perche' disperato si era presentato ai servizi sociali del Comune per raccontare la sua situazione. “Gli operatori dei servizi sociali – sottolinea il sindaco Fulvio Briano – hanno preso in esame la situazione con tutte le cure del caso.
Non vi sono state negligenze nel loro operato. Il Comune non può occuparsi di casi di sfratto di persone non residenti a Cairo Montenotte. Loro avevano la residenza a Uscio. Non era compito nostro quindi occuparci della loro vicenda familiare”.

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